Apprendiamo dal comunicato stampa del Ministero della Salute della firma, da parte del Ministro Speranza, del decreto “Uso in deroga di medicinali per uso umano per animali non destinati alla produzione di alimenti, ai sensi dell’art.10-bis del decreto legislativo 6 aprile 2006, n.193 introdotto dall’art.1, comma 478, della legge 30 dicembre 2020, n.178”. 
FNOVI attualmente non è in possesso del testo del decreto e non è stata interpellata a tale proposito: riteniamo quindi opportuno ribadire quanto più volte già affermato e scritto. 

Siamo perfettamente consapevoli dell’eccessivo costo del farmaco veterinario rispetto a quello ad uso umano, soprattutto per quanto concerne i farmaci destinati al trattamento delle patologie croniche, che necessitano di terapie dalla loro insorgenza per tutta la vita dell’animale d’affezione; farmaci che incidono pesantemente sui bilanci delle persone.

Riteniamo che debba essere seguito un percorso “virtuoso”, che interessi l’intera filiera del farmaco dalla sua produzione: non un semplice escamotage sulla prescrizione da parte del medico veterinario, che resta l’unico responsabile della scelta e prescrizione del farmaco.

Il minor costo di un farmaco rispetto ad un altro potrebbe infatti essere un limite all’indipendenza di prescrizione del medico veterinario stesso.

Se il Ministro Speranza ha a cuore la possibilità di accedere a cure adeguate per gli animali, poiché scrive: “Si tratta di un provvedimento di equità atteso da anni da milioni di cittadini. Una scelta che consentirà di garantire con più facilità le cure agli animali da compagnia e un risparmio importante per tante famiglie italiane e per le strutture che si occupano di cani e gatti”, dovrebbe porre la stessa attenzione e sensibilità anche al fatto che le prestazioni medico veterinarie per gli animali d’affezione sono gravati da una aliquota IVA del 22% come fossero un bene di lusso, non prestazioni per la tutela della salute degli animali stessi e della comunità intera.

Fonte: 
FNOVI