Nei giorni scorsi abbiamo letto su giornali di rilevanza nazionale che il vaiolo della scimmia (monkeypox) possa essere trasmesso all’uomo anche dai cani. Questa notizia ha fatto clamore e sollevato preoccupazione e allarmismi inutili.  

Si tratta ovviamente di un errore giornalistico o di documentazione delle fonti giornalistiche, probabilmente legato all’incursione di monkeypox del 2003 negli Stati Uniti.

Il virus arrivò in Texas con una spedizione di animali importati dal Ghana, nell'aprile 2003. La spedizione conteneva circa 800 piccoli mammiferi di ben nove diverse specie. Tra questi vi erano scoiattoli, ratti, topi, istrici e ghiri. I test di laboratorio del CDC identificarono il monkeypox in due ratti giganti africani, nove ghiri e tre scoiattoli. Dopo l'importazione negli Stati Uniti, alcuni degli animali infetti furono tenuti assieme a cani della prateria, presso le strutture di un venditore di animali dell'Illinois. Questi cani della prateria furono poi venduti come animali domestici prima che sviluppassero segni di infezione. Tutte le persone infette dal monkeypox nel focolaio del 2003 si ammalarono dopo aver avuto contatti con cani della prateria infetti, sia per contatto diretto che indiretto, mediante pulizia delle gabbie/cucce degli animali infetti. In seguito il cane della prateria è stato studiato a fondo come modello animale per questo virus.

Fonte Fnovi 

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