Lo scorso gennaio, in occasione dei lavori del Consiglio Nazionale FNOVI, si è realizzato un interessante confronto sulle politiche della professione in tema di farmaco veterinario.
Tra i presenti alcuni componenti del ‘board’ della FVE e, tra questi, il Vicepresidente, l’olandese Rens Van Dobbenburgh il quale, dopo il suo seguito intervento, è stato avvicinato con la richiesta di commentare i lavori appena conclusisi.

A seguire la traduzione integrale dell’intervista rilasciata dal professionista che è anche Responsabile del Working Group on Medicines della FVE: “Credo che oggi sia stata una giornata molto interessante che ha visto la presenza del direttivo della FVE. Ci siamo occupati di questioni di grande importanza anche per i colleghi italiani: prescrizioni, disponibilità di farmaci, con riferimento all’obiettivo preposto dalla FVE/EUVP e dal gruppo di lavoro sul farmaco per il prossimo anno.
Sarebbe importante che entro il 2016 fossero adottati il regolamento sui farmaci ad uso veterinario così come quello sui mangimi medicati, sia dall’Europarlamento che dal Consiglio europeo. Penso che ci siano, tuttavia, ancora altri punti che debbano essere affrontati e portati avanti.
Uno di questi è il rafforzamento in merito alla prescrizioni veterinarie, nella più recente Bozza di Regolamento dove viene proposto che la prescrizione di farmaci ad uso veterinario sia effettuata da un soggetto adeguatamente qualificato, e ove possibile un medico veterinario. È nostra opinione che debba essere un medico veterinario: solo questo professionista può compilare una prescrizione dopo aver visitato l’animale, o gli animali, ed aver formulato una diagnosi, dove possibile.
Altro punto che noi sosteniamo è che l’uso profilattico degli antibiotici avvenga solo in condizioni straordinarie e altrettanto con forza richiediamo che sia mantenuta la possibilità dell’uso metafilattico dell’antibiotico. In caso di animali affetti da malattie batteriche va effettuato il trattamento degli animali, mentre gli animali suscettibili di essere contagiati in seguito richiedono l’uso metafilattico degli antibiotici.
Un altro punto nella bozza è la proposta di limitare l’uso di alcuni antibiotici e la possibilità per gli Stati membri di riservarne alcuni esclusivamente per uso umano, eliminando di fatto l’uso veterinario. E’ nostra opinione che questa non sia una buona prospettiva in quanto se un animale è affetto da malattie batteriche è necessario avere la possibilità di trattarlo con l’antibiotico idoneo.
Certamente, nel caso ci fosse bisogno di un “antibiotico importanza critica” (CIA) per esempio i fluorochinoloni o una cefalosporina di terza o quarta generazione, è opportuno applicare il principio dell’uso responsabile che per noi potrebbe significare di eseguire il test di sensibilità prima del trattamento degli animali.
Ma resta comunque necessario trattare gli animali, altrimenti anche le persone potrebbero venire contagiate dallo stesso batterio.
Siamo dunque convinti che sia necessario avere sempre la possibilità di scegliere il farmaco più adatto e, se il test di sensibilità dovesse essere reso obbligatorio prima della somministrazione degli antibiotici agli animali, ci impegneremo affinché lo stesso criterio sia applicato anche per gli antibiotici ad uso umano”.

Fonte:
Ufficio stampa FNOVI