Via libera del governo oggi, 24 luglio, al decreto milleproroghe.
Tra le proroghe approvate quella per l'obbligo di ricetta elettronica per la prescrizione di medicinali e mangimi veterinari.
Modificando quanto previsto dall'articolo 118, comma 1-bis del decreto legislativo n. 193/2006 si stabilisce che la prescrizione dei medicinali veterinari dovrà essere redatta esclusivamente secondo il modello di ricetta elettronica, non più dal 1° settembre 2018, bensì dal 1° dicembre 2018.
Stesso discorso anche per le prescrizione di mangimi. Sulla base di quanto stabilità dall'articolo 8, comma 1-bis, del Decreto legislativo n. 90/1993 l'entrata in vigore della prescrizione dei mangimi medicati esclusivamente secondo il modello di ricetta elettronica, viene differita dal 1° settembre 2018 al 1° dicembre 2018.

Tra le altre proroghe riguardanti il comparto della la sanità si consente inoltre, anche per l'anno 2018, l'utilizzo delle risorse finanziarie, a valere sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale, accantonate per le quote premiali da destinare alle regioni virtuose, secondo la proposta di riparto delle risorse finanziarie per l'anno 2018 della Conferenza delle regioni e province autonome. Infine, allo scopo di salvaguardare la partecipazione di investimenti stranieri alla realizzazione di strutture sanitarie per la regione Sardegna, si prevede una estensione al periodo 2018-2020 delle deroghe in materia di riduzione della spesa per prestazioni sanitarie.
Per entrare in vigore, il decreto dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale; sarà quindi trasmesso al Parlamento che avrà a disposizione 60 giorni per la conversione in legge. In considerazione dell'imminente chiusura delle Camere per la pausa estiva (con ogni probabilità il 2 agosto), è possibile che la pubblicazione (e la successiva trasmissione al Parlamento) avvenga non nell'immediato, per non sprecare tempo prezioso per l'esame.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI

L'abolizione dello split payment per i professionisti parte dal 14 luglio. È questa infatti la data di entrata in vigore del decreto legge "Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese" che la contiene, pubblicato nella Gazzetta ufficiale di venerdì 13 luglio.
Lo split payment - va ricordato - è il meccanismo della scissione dei pagamenti per effetto del quale l'Iva addebitata in fattura ad una pubblica amministrazione non viene corrisposta al fornitore, ma è la stessa PA a versarla nelle casse dell'Erario. Ad estendere tale meccanismo anche ai professionisti - con effetto dal 1° luglio 2017 - era stata la cosiddetta "manovrina" dello scorso anno (Dl 50 del 2017), che aveva provveduto anche a moltiplicare le categorie di enti pubblici verso le quali dover applicare meccanismo della scissione dei pagamenti. Risultavano già esclusi dallo split payment i professionisti che applicavano il regime forfetario.

Lo stop vale per tutte le fatture con data successiva al 14 luglio.
In dettaglio da sabato, in termini pratici, è cambiato che:
– il professionista emette la fattura e sulla stessa non deve più indicare la dizione “scissione dei pagamenti”;
– la pubblica amministrazione che riceve la fattura, al momento del pagamento, deve trattenere la ritenuta mentre deve versare al professionista l’Iva relativa e, se ammesso, può portarla in detrazione;
– il professionista a fronte dell’emissione della fattura per la quale gli nasce un debito Iva, deve liquidare l’imposta e versarla all’erario.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI

Dovrebbe essere approvato domani 20 luglio c.a. in Consiglio dei Ministri il decreto legge milleproroghe, eccezionalmente varato a luglio e non a fine dicembre come consuetudine per questo testo. Di rilievo la previsione di cui al primo comma dell’art. 8 che, ove approvata - modificando quanto previsto dall'articolo 118, comma 1-bis del decreto legislativo n. 193/2006 - sposterebbe al primo dicembre 2018 l'entrata in vigore dell'obbligo di ricetta medico veterinaria in formato elettronico.

Stesso differimento è previsto (comma 2) per l'obbligo di prescrizione elettronica per i mangimi medicati. Sulla base di quanto stabilito dall'articolo 8, comma 1-bis, del Decreto legislativo n. 90/1993 l'entrata in vigore della prescrizione dei mangimi medicati esclusivamente secondo il modello di ricetta elettronica, verrebbe anch’essa differita dal 1° settembre 2018 al 1° dicembre 2018.
Il Decreto entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI

È stato inaugurato a Lodi l’ospedale per piccoli animali, che insieme alla clinica per la cura grandi animali aperta nel 2005 completa l’ospedale veterinario dell’ateneo milanese.
La Vicepresidente FNOVI era presente alla cerimonia inaugurale -presieduta dal Rettore dell'Università degli Studi di Milano, prof. Gianluca Vago- che si è svolta alla presenza delle autorità locali, con un intervento del professor Saverio Paltrinieri, Direttore Centro Clinico Veterinario e Zootecnico Sperimentale.
La nuova struttura lodigiana si avvale di 126 addetti, di cui 24 tecnici-amministrativi e 102 tra medici, dottorandi, specializzandi, liberi professionisti a contratto.

Ci sono, in ausilio, poi circa 400 studenti (76 per anno accademico), soprattutto quelli di quarta e quinta. La clinica è aperta 24 ore su 24 per 7 giorni, ha 10 ambulatori visite, 2 per ecografia ed ecocardiogramma, 1 per chemio, 1 per endoscopia.
Quattro le sale operatorie d'avanguarda di cui 1 specializzata per la laparoscopia e 1 con pareti piombate per l'utilizzo di strumenti radiologici. Quindi due sale di degenza e una nuova sala radiologica wifi inserita nel reparto grandi animali. Tra le apparecchiature d'avanguardia la scintigrafia per animali grandi e piccoli e la tac per la testa di cavalli, da usare senza anestesia (unica in Italia).
Per ottobre, intanto, si attende l'apertura della Facoltà, i cui lavori sono in fase di ultimazione.
Di fronte all'ospedale si insedieranno uffici e laboratori del Dipartimento di Medicina Veterinaria e quello di Prevenzione della salute animale e sicurezza alimentare.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI

Bocciatura dell'Antitrust per la legge Lorenzin, in particolare per la parte riguardante l'istituzione di nuovi Ordini ed Albi professionali. Non passano l'esame anche il Decreto fiscale e la legge di Bilancio che "hanno comportato una battuta d'arresto in tema di concorrenza". In particolare, come già per altro segnalato lo scorso novembre, l'Autorità critica l'introduzione della misura dell'equo compenso.
Questi i principali temi di intervento in ambito sanitario contenuti nella relazione annuale dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, presentata lo scorso 12 luglio dal presidente Giovanni Pitruzzella presso la sala Koch del Senato.

Quanto alla legge Lorenzin, in tema di professioni sanitarie: "L'Autorità osserva con preoccupazione l’ampliamento del numero degli ordini professionali in materia sanitaria previsto dalla c.d. Legge Lorenzin, approvata in limine appena prima della chiusura della legislatura. La legge, che ha avuto un lungo iter parlamentare (oltre cinque anni), interviene su un’ampia serie di materie nel settore sanitario, tra cui, per quanto riguarda gli aspetti di maggiore rilevanza concorrenziale, la riforma degli Ordini professionali sanitari esistenti e l’istituzione di nuovi Ordini. Agli Ordini, già esistenti, dei medici-chirurghi, dei veterinari e dei farmacisti, si aggiungono, infatti, gli Ordini delle professioni infermieristiche, della professione di ostetrica e dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (art. 4)".
"Contestualmente, viene ridisegnata la disciplina relativa al funzionamento interno degli Ordini trasformando gli attuali 'Collegi' delle professioni sanitarie e le rispettive federazioni nazionali in 'Ordini' delle medesime professioni e relative Federazioni nazionali. Viene, inoltre, introdotta l’area delle professioni sociosanitarie, che va a ricomprendere i preesistenti profili professionali di operatore socio-sanitario (Oss), assistente sociale, sociologo ed educatore professionale. Di rilievo - prosegue la relazione - appare l’introduzione di una procedura aperta per il riconoscimento di nuove professioni: si prevede, infatti, la possibilità di individuare nuove professioni sanitarie, il cui esercizio deve essere riconosciuto in tutto il territorio nazionale, con procedura a carico del Ministero della Salute".
"A fronte di tale riforma, l’Autorità coglie l’occasione per ricordare che in passato è intervenuta più volte proprio in materia di professioni sanitarie, delineando un orientamento specifico nell’ambito di quello generale sulle professioni. In particolare, nei citati interventi di segnalazione, è stata evidenziata la non opportunità di costituire nuovi Ordini professionali e nuovi albi per le professioni sanitarie non mediche se non in casi eccezionali atteso che, sotto il profilo della qualificazione professionale, le esigenze di tutela del consumatore possono essere soddisfatte con la previsione di un apposito percorso formativo di livello universitario obbligatorio, peraltro già previsto dal nostro ordinamento per quasi tutte le professioni citate".
L’Agcm ha manifestato, inoltre, una certa preoccupazione anche in relazione al Decreto fiscale e alla legge di Bilancio che, per molti aspetti, “segnano su più fronti un netto arretramento − e in alcuni casi una vera e propria restaurazione − rispetto alle seppur parziali aperture pro-concorrenziali introdotte dalla legge Concorrenza”.
In particolare, l’Autorità - come già segnalato lo scorso novembre - ritiene che l’introduzione dell’equo compenso per le prestazioni professionali rischia di compromettere la portata pro-concorrenziale determinata dalla possibilità di esercitare alcune attività − dagli avvocati ai farmacisti − in forma societaria che consente di ampliare “la concorrenza tra professionisti a beneficio dei fruitori del mercato, sia in termini di aumento delle possibilità di scelta, che di costo del servizi”.
Ad avviso del Garante, infatti, l’equo compenso avrebbe reintrodotto, di fatto, un regime tariffario per i servizi professionali e “la fissazione di tariffe professionali fisse e minime costituisce una grave restrizione della concorrenza, in quanto impedisce ai professionisti di adottare comportamenti economici indipendenti e, quindi, di utilizzare il più importante strumento concorrenziale, ossia il prezzo della prestazione”. Sotto il profilo concorrenziale, il Decreto fiscale e la legge di Bilancio hanno comportato una battuta d’arresto.

(Fonte: www.quotidianosanita.it)