Facendo seguito alla propria nota del novembre u.s., la Direzione Generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari ha precisato che il farmaco Suvaxyn PRRS MLV in Italia è commercializzato e prescrivibile: la sospensione del medicinale ad uso immunologico riguarda attualmente la Danimarca.
La Direzione ha con l’occasione ribadito la raccomandazione “di non somministrare ai suini, simultaneamente o successivamente, differenti vaccini vivi contro la PRRS, al fine di limitare la possibile ricombinazione dei ceppi di vaccino PRRS”.

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Ufficio stampa FNOVI

Grande interesse è stato registrato a Torino – in occasione dei lavori del Consiglio Nazionale FNOVI – per l’intervento del Prof. Avv. Giuseppe Colavitti, Professore associato di Istituzioni di diritto pubblico nell’Università degli studi dell’Aquila nonché Professore a contratto di Diritto dell’economia nella Università LUISS-Guido Carli di Roma, autore del parere reso alla Federazione che da tempo è attiva per contrastare la prassi che vede aziende mangimistiche, o produttrici di farmaci e integratori, o distributrici di seme fornire prestazioni veterinarie come bonus o incentivo sull’acquisto del mangime o altri prodotti.
Nel corso dell’intervista rilasciata al termina del suo intervento il Prof. Avv. Colavitti ha sottolineato che le pratiche in commento sono distorsive delle corrette dinamiche di mercato “chi riceve le prestazioni deve avere molto chiaro ‘chi’ sta facendo ‘cosa’ … il mestiere dei medici veterinari deve essere fatto dai medici veterinari. Solo così gli assistiti hanno quell’alto livello di protezione, e quelle levate garanzie che l’ordinamento ha scelto a fronte di un settore di mercato dove sono coinvolti valori fondamentali: e qui è coinvolto il diritto alla salute. Il controllo del ciclo di produzione degli alimenti di origine animale ha a che vedere, con tutta evidenza, con il diritto alla salute che è protetto dall’art. 32 della Costituzione”.   

Nel prosieguo dell’intervista il legale ha poi chiarito le differenze, sotto il profilo giuridico, tra le prestazioni erogate dai professionisti e quelle dispensate da aziende operanti nel comparto commerciale, sottolineando come il tutto si traduca in una minore tutela per l’allevatore. A fronte di una responsabilità giuridica delle aziende limitata al patrimonio conferito, il professionista iscritto nell’Albo professionale ha una responsabilità giuridica più severa: oltre a quella ordinaria civile e penale, anche quella disciplinare.
Per il Prof. Avv. Colavitti occorre che il settore di mercato di cui si discute si caratterizzi per l’interlocuzione diretta tra l’assistito ed il medico veterinario.
Laddove la posizione del professionista non assumesse un autonomo rilievo giuridico, ma scomparisse in favore invece di una situazione di rapporto tra l’azienda fornitrice di prodotti e l’allevatore, numerose sarebbero inoltre le violazioni del Codice Deontologico che deriverebbero dal suo comportamento che potrebbe essere valutato gravemente compromesso sotto il profilo della indipendenza ed autonomia. 
Alla domanda su quali correttivi possano essere messi in atto, il legale ha commentato che sono esperibili azioni sia in sede penale che civile per i casi più gravi e, soprattutto, per quelli più documentabili.
Oltre a queste iniziative più strettamente legali – ha aggiunto – credo ci sia un problema culturale di fondo: sia l’Ordine professionale, ma forse anche il Ministero della Salute, dovrebbero fare uno sforzo per aumentare la consapevolezza nella società che il tema della sicurezza alimentare e quello del corretto esercizio della professione del medico veterinario siano interessi di tutti: non solo dei medici veterinari ma anche e soprattutto dei fruitori delle loro prestazioni”.
In argomento vedi anche la sintesi del parere rilasciato dal Prof. Avv. Giuseppe Colavitti pubblicata sul n. 5 di ‘30giorni’

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Ufficio stampa FNOVI

Una nota della DGSAF ha informato della decisione assunta dalla competente autorità danese che ha sospeso l’autorizzazione all’immissione al commercio del vaccino Suvaxyn PRRS MLV a causa del verificarsi di un ceppo PRRS derivante dalla ricombinazione di ceppi di virus vaccinali.
In Danimarca il problema è sorto in una azienda di suini in cui erano stati somministrati, in tempi diversi, due vaccini (Unistrin PRRS e Suvaxyn PRRS MLV) i cui due ceppi vaccinali avrebbero dato origine ad un virus ricombinante che avrebbe poi infettato i cinghiali di un allevamento vicino. Successivamente lo sperma di questi cinghiali, utilizzato per l'inseminazione artificiale, avrebbe favorito la diffusione del virus ricombinante nel Paese.
L'autorità danese ha sospeso l'uso del vaccino Suvaxyn PRRS MLV, perchè commercializzato successivamente all'Unistrin PRRS, ed ha informato l'EMA, gli Statti membri e la Commissione Europea.
La DGSAF “raccomanda di non somministrare ai suini, simultaneamente o in successione, differenti vaccini vivicontro la PRRS, al fine di limitare la possibile ricombinazione di ceppi di vaccino PRRS”.

La nota prosegue raccomandando “vivamente ai medici veterinari e agli allevatori di riportare al Ministero della Salute (e ai Centri regionale per la farmacovigilanza) e ai titolari dell’autoriparazione all’immissione in commercio qualsiasi segno clinico riconducibile alla malattia che dovesse manifestarsi in allevamenti vaccinati contro la PRRS utilizzando la scheda di segnalazione disponibile al link http://www.salute.gov.it/portale/ministro/p4_8_0.jsp?label=servizionline&idMat=MDV&idAmb=FMV&idSrv=PSK&flag=P”.
Il problema è sorto presso un’azienda produttrice di suini dove erano stati somministrati in tempi diversi due vaccini ( i cui due ceppi vaccinali avrebbero dato origine ad un virus ricombinante che avrebbe poi infettato i cinghiali di un allevamento vicino. La successiva utilizzazione dello sperma di questi cinghiali per l’inseminazione artificiale avrebbe poi favorito la diffusione del virus ricombinante nel Paese. Le descritte circostanze hanno indotto l’autorità danese a sospendere la commercializzazione del vaccino Suvaxyn PRRS MLV dandone tempestiva comunicazione all’EMA.

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Ufficio stampa FNOVI

Serve un approccio “One Health” in cui tutti i settori della sanità pubblica, della salute animale e dell’ambiente collaborano per cambiare le proprie pratiche: questo in estrema sintesi il messaggio che arriva dalla giornata di confronto per “Un’uso consapevole degli antibiotici”, promossa dal Ministero della Salute, insieme con Aifa, Iss e Agenas nell’ambito della “Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici”, dal 18 al 22 novembre, promossa dall’Oms.

Riflettori puntati anche sul settore veterinario dove l’uso degli antibiotici è strategico sia per gli alimenti che per la sanità pubblica. Oltre al Presidente FNOVI all’incontro ha preso parte Loris Alborali, Dirigente Izsler “Bruno Ubertini” di Brescia, il quale ha dichiarato: “La consapevolezza dell’utilizzo degli antibiotici nella filiera alimentare si è tradotta in pratica nel fornire indicatori su quanti antibiotici vengono consumati per gli animali. Fino ora avevamo solo dati di vendita, un indicatore passivo, dal 2016 possiamo invece sapere esattamente quanto l’animale consuma nell’arco di un mese. Il consumo si è ridotto del 35% rispetto al venduto, pensiamo che settore avicolo dal 2015 si è passati dal trattare in media un pollo con antibiotici da 25 giorni a soli due giorni e mezzo”.
In occasione della “Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici” promossa dall’Oms, nonché dell’incontro dello scorso 22 novembre con esperti e istituzioni sanitarie, il Ministero della Salute distribuito un nuovo opuscolo per operatori e cittadini.

L'OPUSCOLO

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Ufficio stampa FNOVI

I lavori del Consiglio Nazionale di Torino appena conclusosi hanno registrato lo scorso 15 novembre un importante momento istituzionale che è conciso con l’esame e la successiva approvazione di alcune integrazioni/modificazioni al Codice Deontologico.
Tutela dell’ambiente e AMR hanno fatto il loro esordio assumendo un ruolo rilevante nella deontologia dei medici veterinari.

In questi ultimi anni si sta diffondendo una significativa trasformazione nell’approccio alla salvaguardia dell’ambiente ed i medici veterinari, con l’integrazione apportata all’Art. 1 - così come integrata dall’approfondimento predisposto ad hoc – nonché all’art. 15, hanno avvertito l’opportunità di ribadire che non ci può essere una prospettiva di sviluppo che non tenga conto della minimizzazione dell’impatto ambientale di processi e prodotti. 
Dal confronto registratosi in argomento è emersa la consapevolezza che serve un innalzamento del livello di preparazione dei medici veterinari. La professione del medico veterinario sente la responsabilità civile ed etica nel proporsi, con tutte le sue forme ed organizzazioni, nello studio dell’accoppiata rischio ambientale/salute umana e, di conseguenza, nell’orientare le scelte delle politiche della prevenzione.  In questo contesto ogni medico veterinario si impegna ad operare nel rispetto di un Codice di deontologia adeguato all’obiettivo e secondo il principio di responsabilità che può trasformare ogni suo gesto in positivi esiti futuri soprattutto per le giovani generazioni.  
Un segno evidente della volontà di attualizzare e proiettare nel futuro l’azione della categoria e poi rappresentato dall’introduzione della previsione per la quale “il Medico Veterinario promuove e sostiene l’impiego prudente, responsabile e consapevole degli antimicrobici anche per il contrasto all’antimicrobicoresistenza” (art. 48). 
Rafforzare la sorveglianza dell’antibiotico-resistenza in ambito veterinario come attività stabile e rappresentativa della realtà del nostro paese è un impegno che la Federazione intende assumersi migliorare il sistema di sorveglianza nazionale per rappresentatività, capacità di integrazione dei dati provenienti da fonti diverse e tempestività del feed-back analitico ma anche e soprattutto per migliorare il coordinamento tra il settore veterinario ed umano per l’individuazione precoce, segnalazione tempestiva e risposta coordinata, specie per allerte su nuovi fenomeni/nuove resistenze.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI