La scorsa settimana la Commissione ENVI ha adottato una proposta di risoluzione per il Parlamento EU sulla protezione del mercato interno dell'UE e dei diritti dei consumatori contro le conseguenze negative del commercio illegale di animali da compagnia. La proposta richiama tutte le criticità del commercio di animali da compagnia e i punti 23 e 24 della proposta valorizzano proprio l’iniziativa ITPAAG realizzata da Fnovi con il patrocinio del Ministero della Giustizia.

Sulla stessa tematica sono stati pubblicati i risultati della attività di verifica nei Paesi EU previste dalla raccomandazione su un piano di controllo coordinato (CCP) dell'UE sulle vendite online di cani e gatti.
Anche la presentazione della 6° riunione della piattaforma EU sul benessere animale del 7 Ottobre 2019 con le risultanze dei questionari inviati ai CVO, tra gli altri punti, ha riconosciuto l’importanza del tema, infatti il 79 % dei CVO auspica una legislazione più ampia e specifica sulla vendita di canni e gatti. 
Fnovi si impegna da anni per contrastare il traffico illegali di animali da compagnia e tra le altre iniziative ha realizzato due edizioni del manuale Procedure per l’esecuzione dei controlli nella movimentazione comunitaria di cani e gatti.
Nonostante l’elevato numero di animali che possono essere adottati, la vendita di animali prospera anche per la facilità di acquisto. Fnovi non promuove l’acquisto di animali da compagnia ma ritiene che ogni forma di (auto)regolamentazione sia significativa per ogni singolo animale.
Come pubblicato sul sito dedicato alla più recente iniziativaChiunque conosca cosa si nasconde dietro molte immagini e annunci di vendita di cuccioli dovrebbe essere disponibile a collaborare a questa iniziativa, finalizzata alla promozione dell’acquisto responsabile, corretto e tracciabile. Chiunque voglia collaborare è benvenuto, singoli e associazioni, potranno manifestare la propria adesione che sarà visibile sul sito dedicato dove saranno pubblicati contenuti destinati ai futuri proprietari, link alla normative in vigore.
Per collaborare a ITPAAG

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI

È in calo l’utilizzo di antibiotici sugli animali in Europa. A dirlo è un report pubblicato dall’Ema, secondo cui le vendite complessive di questi prodotti è calato del 32% dal 2011 al 2017. In particolare, è diminuito l’uso sugli animali di due classi di antibiotici utilizzati per gli uomini: si tratta di polimixine di cefalosporine le cui vendite sono crollate rispettivamente del 66% e del 20%. Queste classi includono antibiotici usati per trattare gravi infezioni nell’uomo causate da batteri resistenti alla maggior parte dei trattamenti.

I risultati del rapporto - Secondo i risultati del rapporto, si conferma la tendenza al ribasso osservata negli ultimi anni, mostrando come gli orientamenti dell’Ue e le campagne nazionali che promuovono l’uso prudente degli antibiotici negli animali, per combattere la resistenza antimicrobica, stanno avendo un effetto positivo. Il rapporto, parte del progetto di sorveglianza europea del consumo antimicrobico veterinario (Esvac), presenta dati provenienti da 31 paesi dello Spazio economico europeo e della Svizzera che hanno fornito volontariamente informazioni sulle vendite o le prescrizioni di antibiotici veterinari per il 2017. Il rapporto Esvac mostra una situazione disomogenea in Europa. Mentre 19 dei 25 paesi che hanno fornito dati per il periodo 2011-2017 hanno registrato un calo delle vendite di antibiotici veterinari di oltre il 5%, tre paesi hanno registrato un aumento di oltre il 5% delle vendite nello stesso periodo. I restanti tre paesi non hanno registrato un cambiamento significativo nelle vendite.
A cosa è dovuto il calo - La riduzione delle vendite è il risultato degli sforzi congiunti di veterinari, agricoltori, altri attori del settore zootecnico, degli Stati membri dell’Ue, della Commissione europea e dell’Ema. Campagne nazionali per l’uso prudente degli antibiotici negli animali, obiettivi di vendita e limitazione dell’uso di alcuni antimicrobici negli animali da produzione alimentare, nonché guida dell’Ue sono tra le azioni attuate per ridurre le vendite di antimicrobici veterinari in tutta Europa. Questi sforzi rientrano nel quadro del piano d’azione dell’Ue per la salute contro la resistenza antimicrobica. Guidato dalla Commissione europea, l’obiettivo principale di questo piano è quello di preservare la possibilità di un trattamento efficace delle infezioni nell’uomo e negli animali attraverso un quadro per azioni continue e più ampie per ridurre la comparsa e la diffusione della resistenza antimicrobica.
Il progetto Esvac - Il progetto Esvac è stato lanciato dall’Ema nell’aprile 2010 a seguito di una richiesta della Commissione europea di sviluppare un approccio armonizzato alla raccolta e alla comunicazione di dati provenienti dagli Stati membri dell’Ue sull’uso di antimicrobici negli animali.

(Fonte: quotidianosanita.it)

È arrivato ora un parere legale a supportare l’impegno che da tempo la Federazione esprime per contrastare la prassi che vede aziende mangimistiche, o produttrici di farmaci e integratori, o distributrici di seme fornire prestazioni veterinarie come bonus o incentivo sull’acquisto del mangime o altri prodotti.
Il parere legale, che è stato portato al momento solo all’attenzione dei Presidenti degli Ordini provinciali, analizza le criticità già lamentate dalla FNOVI passandole al vaglio di un valutazione della loro rilevanza sotto il profilo sia penalistico che civilistico ma senza trascurare il profilo disciplinare/deontologico e non dimenticando di evidenziare che le prassi stigmatizzate dalla Federazione appaiono idonee ad integrare una violazione della normativa in materia di equo compenso e possono venire in considerazione anche sotto un altro profilo consistente nell'integrazione di fattispecie di c.d. concorrenza sleale e pubblicità ingannevole.

Il parere, dopo aver individuate le numerose criticità e dopo aver messo in evidenza i diversi profili di rilievo giuridico coinvolti e/o comunque interessati dalle alterazioni che le prassi segnalate cagionano al regolare funzionamento del mercato, declina quindi alcune possibili iniziative legali volte a ripristinare nel mercato delle prestazioni medico veterinarie maggiore trasparenza ed effettiva osservanza del quadro giuridico di riferimento.
Alla luce delle argomentazioni espresse nel parere a firma dell’Avv. Giuseppe Colavitti - Professore associato di Istituzioni di diritto pubblico nell’Università degli studi dell’Aquila nonché Professore a contratto di Diritto dell’economia nella Università LUISS-Guido Carli di Roma – e preso atto del rischio di contenzioso legale sotteso alla problematica in commento, la FNOVI riproporrà ora nuove iniziative di contatto e sensibilizzazione nei confronti delle aziende coinvolte da queste prassi – iniziative peraltro già in precedenza tentate - con l’obiettivo di correggere le distorsioni del mercato evidenziate.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI

Ci sarà anche la FNOVI all’incontro che la Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della Salute, ed il Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, hanno organizzato per informare e sensibilizzare i principali stakeholder del settore circa lo sviluppo di un percorso volontario di certificazione degli allevamenti zootecnici e dei loro prodotti, basato su alcuni parametri tra cui il benessere animale.
L’incontro rappresenta una preziosa opportunità di confronto su di un percorso che ha come fine la valorizzazione delle produzioni zootecniche.

Nella nota a firma congiunta del Direttore Generale della DGSAF, Silvio Borrello, e del Capo Dipartimento DIPEISR, Giuseppe Blasi, si evidenzia che “la sempre più pressante necessità di dialogo e di collaborazione tra la parte produttiva e le autorità competenti, ha spinto il Ministero della salute a realizzare un Sistema informativo integrato per la categorizzazione del rischio degli allevamenti (ClassyFarm), che prevede la partecipazione attiva degli operatori attraverso il coinvolgimento dei veterinari aziendali, nell’obiettivo comune di garanzia delle condizioni di sanità e benessere animale nonché di sicurezza degli alimenti che ne derivano, viste come contributo ad una generale garanzia di salute pubblica, in un’ottica “One Health”.
Il sistema è stato studiato da un lato per diventare un supporto per l’allevatore ed il Medico Veterinario Aziendale e dall’altro per indirizzare le politiche volte alla valorizzazione delle produzioni zootecniche, in coerenza con le aspettative dei consumatori e della società civile, sempre più interessata alla conoscenza dell’origine delle materie prime, alla qualità e alla sicurezza alimentare, alle tecniche di allevamento e alle condizioni di benessere degli animali.
Le informazioni messe a disposizione attraverso ClassyFarm dovranno essere integrate con quelle raccolte in allevamento a seguito della riorganizzazione del sistema nazionale di miglioramento genetico animale, disposta dal decreto legislativo 11 maggio 2018, n. 52 e, in particolare, dall’articolo 4, commi 5 e 6, cui il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed il Ministero della Salute, ciascuno per la parte di competenza, dovranno dare puntuale attuazione.
I Ministeri coinvolti hanno lavorato alla predisposizione di documenti che saranno alla base del protocollo di certificazione volontaria degli allevamenti o dei loro prodotti e l’incontro del prossimo 21 ottobre 2019 si propone di avviare un confronto/coordinamento in merito ai protocolli da implementare per tutte le tipologie di allevamento (attualmente il percorso è rivolto unicamente gli allevamenti dei suini da ingrasso).

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI

Un Ordine ha richiesto il parere Fnovi in merito alle istanze inviate dal servizio sanitario regionale e relative al campo numero di microchip nella ricetta veterinaria elettronica. Dopo aver richiamato quanto pubblicato sul sito dedicato al sistema ricetta veterinaria elettronica* il parere ricorda le criticità dell’anagrafe canina nazionale e regionale e conclude che le premesse sono sufficienti per affermare che per il sistema REV non può essere ipotizzato alcun utilizzo con finalità diverse o ulteriori da parte degli Enti che possono accedere ai dati trasmessi tramite la REV e per i quali restano invariati i compiti di vigilanza sul rispetto delle norme relative all’identificazione e registrazione in anagrafe canina dei cani di proprietà.

Resta ovviamente legittima la possibilità di inviare segnalazioni circostanziate all'Ordine di iscrizione del professionista in caso di mancato rispetto del Codice deontologico, mentre ogni addebito di connotazione diversa da quella disciplinare dovrà essere indirizzato alla rispettiva autorità competente.
Infine sull’opportunità di attivare automatismi di controllo più accurati Fnovi continuerà a dialogare con il Centro Servizi Nazionale presso l’IZSAM come fatto in precedenza.

(*)Il nuovo sistema informatizzato non introduce nuovi obblighi o regole aggiuntive rispetto alle norme legislative attuali. Tra le finalità del nuovo modello operativo introdotto dalla ricetta elettronica vi è quella di semplificare e, dove possibile, ridurre gli obblighi recuperando le informazioni da dati già disponibili nei sistemi informativi ministeriali. Infatti, diversi adempimenti degli obblighi concernenti la tracciabilità, come prevista dal d.lgs. 193/06 e dall’art 15 del d.lgs. 158/06, saranno assolti attraverso il Sistema Informativo Nazionale della Farmacosorveglianza, compreso l’invio della prescrizione veterinaria di cui all’art. 71 del d.lgs. 193/06.