Dal settore produttivo nazionale arriva la segnalazione della difficoltà di reperire suinetti a coda integra da fornitori italiani e da Paesi membri dell’Unione europea e subito la Direzione Generale della sanità animale e del farmaco veterinario del Ministero della Salute ha emanato una nota (0014898-03/07/2020-DGSAF-MDS-P) con la quale ha invitato i Servizi Veterinari regionali a disporre verifiche e, se del caso, provvedimenti sanzionatori.

Poiché vengono riferiti casi di inottemperanza all’obbligo di introdurre gruppi di suini a coda integra, la nota ricorda che “come previsto dal Piano nazionale dedicato e ss.mm.ii., tutte le aziende che allevano suini da svezzamento e da ingrasso di provenienza sia nazionale che estera, a partire dal 1° gennaio 2020 devono avere provveduto all’introduzione di gruppi di suini a coda integra mentre la scadenza, per quelle con gestione tutto pieno-tutto vuoto è posticipata al primo accasamento utile. Pertanto, qualora il veterinario ufficiale riscontri l’assenza di gruppi di suini a coda integra, si dovrà procedere alla prescrizione e successiva sanzione in caso di mancata ottemperanza al successivo accasamento”.

La nota ricorda che il titolare dell’allevamento di svezzamento e/o ingrasso – nei casi di inottemperanza all’obbligo di introdurre gruppi di suini a coda integra per motivi di indisponibilità da parte del fornitore - dovrà “fornire l’evidenza di avere richiesto per iscritto la fornitura di tali gruppi all’allevamento da riproduzione di origine e dovrà inoltre fornire relativa risposta scritta dall’allevamento da riproduzione, opportunamente motivata e prova che si è rivolto a più fornitori. Tutte le risposte scritte degli allevamenti da riproduzione, relative alla mancata fornitura di partite di suinetti a coda integra, dovranno essere controllate dai Servizi veterinari competenti per verificarne la congruità delle motivazioni e per mettere in atto, se del caso, gli opportuni provvedimenti prescrittivi e sanzionatori. A tal fine, si invitano le Regioni e le P.A. a coordinare i servizi veterinari territoriali affinché vengano attivati gli opportuni flussi informativi, in ambito regionale ed extra regionale”.

La nota ministeriale aggiunge che il Ministro della Salute e il Ministro delle Politiche Agricole "hanno ricevuto recentemente dal Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, un richiamo a migliorare ulteriormente le misure italiane intraprese per la protezione dei suini e a garantire ogni ulteriore sforzo per il pieno adempimento del Piano nazionale triennale emanato nel 2018".

La nota si conclude con l’invito rivolto ai Servizi veterinari affinché attuino i dovuti controlli ed assicurino la corretta vigilanza finalizzata a documentare gli adempimenti e i controlli negli allevamenti.

La complessità del caso di Lyssavirus WCBV, confermato il 27 giugno scorso in un gatto domestico di Arezzo, dopo la costituzione del "Gruppo di Lavoro per la gestione e il controllo dei Lyssavirus", istituito dal Ministero della Salute, induce ora all’elaborazione di una serie di raccomandazioni precauzionali generali di "massima cautela" rivolte ai cittadini, ai medici veterinari e agli enti preposti, dalle ASL agli IZS fino ai Centri di gestione della fauna selvatica.

Le precauzioni da adottare sono contenute in una nota congiunta (0014882-03/07/2020-DGSAF-DGSAF-P)delle Direzioni generali di Sanità Animale (DGSAF - Direttore Silvio Borrello) e della Prevenzione Sanitaria (DGPREV – Direttore Giovanni Rezza), inviata alle Regioni e a tutti gli addetti ai lavori.

Si tratta di misure precauzionali che andranno osservate "almeno fino a quando non sarà chiaro il ruolo epidemiologico svolto dai pipistrelli".

Il documento definisce in quali casi si debba parlare di caso "sospetto" nei mammiferi domestici, nei selvatici e nei chirotteri. Per ciascuna specie vengono date indicazioni operative rivolte ai medici veterinari liberi professionisti, ai CRAS (Centri di Recupero della Fauna Selvatica), al personale che si occupa di chirotteri su tutto il territorio nazionale, agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.

"Il recente episodio, di morte di un gatto per Encefalite da Lyssavirus del pipistrello, riportato ampiamente dalla stampa, crea allarme nei cittadini, certamente comprensibile anche se non giustificato completamente.

Abbiamo evidenza di un  fatto nuovo, eccezionale, già studiato in altri paesi europei, ma per la prima volta verificatosi in Italia.

Ad oggi si tratta di un episodio circoscritto, che la rete veterinaria, forte della tradizionale collaborazione tra strutture veterinarie della libera professione e d i presidii veterinari del Servizio Sanitario Nazionale ha potuto evidenziare tempestivamente e controllare. Allo stato attuale non si evidenziano rischi per i cittadini. L'episodio richiama comunque all'attenzione alcuni aspetti di rischio nel rapporto uomo-animale, che la situazione epidemiologica favorevole aveva portato a trascurare.

Un animale malato deve essere visitato dal Medico Veterinario, un animale morsicatore deve essere segnalato ai Servizi Veterinari della USL . Si deve evitare il contatto con gli animali selvatici.

I nostri animali devono essere identificati e mantenuti sotto controllo. La rete dei Medici Veterinari della Toscana forte di oltre duemila professionisti, saprà essere a tutela anche di questa nuova emergenza.

Presidente Federazione Regionale Ordini MV della Toscana"

È stato approvato l'emendamento Boldi 5.06 recante disposizioni in materia di formazione continua in medicina. In particolare, l'emendamento – riportato in calce – prevede che i crediti formativi del triennio 2020-2022 si intendono già maturati in ragione di un terzi per tutti i professionisti sanitari che abbiano continuato a svolgere la propria attività professionale nel periodo dell'emergenza Covid.

Sul tema era intervenuta anche la Commissione Nazionale ECM, che con una delibera approvata in data 10 giugno aveva chiesto al Parlamento di intervenire estendendo il riconoscimento dei 50 crediti ECM a tutte le professioni sanitarie riconosciute dalla legge Lorenzin e coinvolte nella lotta al Covid-19.

Ora occorrerà vedere come prosegue l'iter.

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Emendamento 5.06
Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:
Art. 5-bis.
(Disposizioni in materia di formazione continua in medicina)
1. I crediti formativi del triennio 2020- 2022, da acquisire, ai sensi dell'articolo 16-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e dell'articolo 2, commi da 357 a 360, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, attraverso l'attività di formazione continua in medicina, si intendono già maturati in ragione di un terzo per tutti i professionisti sanitari di cui alla legge 11 gennaio 2018, n. 3, che hanno continuato a svolgere la propria attività professionale nel periodo dell'emergenza derivante dal COVID-19.

Destinatario di questo documento è il personale dei Dipartimenti/Facoltà Universitari di Medicina Veterinaria italiani che lavora negli ospedali, laboratori e sale settorie coinvolto, a vario titolo e ruolo, nelle attività didattica, assistenziale e di ricerca; nello specifico si fa riferimento a medici veterinari, docenti e lavoratori, compresi quelli equiparati, intendendo per quest’ultimi gli allievi universitari: studenti, dottorandi, specializzandi, tirocinanti, borsisti, assegnisti ed i soggetti ad essi equiparati.
Il rapporto fornisce utili informazioni e raccomandazioni anche a tutti gli operatori che si occupano della cura e gestione degli animali da compagnia e da reddito

La circolazione pandemica di SARS-CoV-2 è legata alla trasmissione da uomo a uomo. Tuttavia, alcune recenti evidenze, sia di natura osservazionale che sperimentale, hanno posto all’attenzione della comunità scientifica e delle autorità sanitarie, il tema della suscettibilità degli animali a SARS-CoV-2.
È stato infatti riportato che, occasionalmente, il virus può trasmettersi dall’uomo agli animali e probabilmente anche da animali a uomo. Il presente rapporto fornisce informazioni e raccomandazioni per medici veterinari, docenti, ricercatori e lavoratori, compresi quelli equiparati, delle strutture veterinarie universitarie italiane, quali ospedali didattici, laboratori e sale settorie, che a vario titolo e ruolo sono coinvolti nelle attività didattica, assistenziale e di ricerca.